giovedì 2 aprile 2015

L’abitare collettivo



L’abitare, il lavoro, l’economia, la mobilità, l’amministrazione pubblica alla prova di un nuovo modello di relazioni.

CICLO DI SEMINIARI/LABORATORI E SCAMBIO DI ESPERIENZE PER LA
COSTRUZIONE DI SISTEMI COLLABORATIVI URBANI ECOSOSTENIBILI CON
L’INTENTO DI OFFRIRE IDEE E AZIONI DI INNOVAZIONE SOCIALE E PUBBLICA
PER UNA MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA E DELLE RELAZIONI, 
PER IL BENESSERE E LO SVILUPPO INDIVIDUALE, PER LA FELICITA’ PUBBLICA.

Soggetti Promotori: Associazione “Da ora in poi. Per la felicità pubblica”, Ecodem, Legambiente, Società di Mutuo Soccarso di Rifredi, Associazione “Un’altra idea di mondo”, Fondazione Italiana Bioarchitettura.

Il tema del “Vivere collaborativo” in tutte le sue declinazioni è sempre più al centro di una nuova visione della società. Gli ambiti di sperimentazione, infatti, spaziano nei più svariati ambiti: da quello economico con l’economia della felicità e la sharing economy, a quello del lavoro con il coworking, o della mobilita con il bike sharing o il car sharing e così via. Molti osservatori ne mettono in evidenza la caratteristica di risposta alla crisi economica: se si condividono attività, spazi, auto o altro ancora i costi individuali si riducono con un evidente guadagno personale.

Dal nostro punto di vista, invece, la crisi economica è stata solo l’occasione per far emergere un fenomeno che, in realtà, ha una valenza molto più profonda e che attiene al tema delle RELAZIONI, in particolare alla qualità delle relazioni, allo sviluppo e al ben-essere individuale, alla felicità pubblica e di come le relazioni informano positivamente gli stili di vita individuali e di una comunità, quando esse sono basate su rapporto paritario, collaborativo, di rispetto e di reciprocità.

Sicuramente anche tutto ciò che è intorno all’abitare e al vivere le relazioni di vicinato è coinvolto da questi nuovi modelli di convivenza. Si stanno diffondendo pratiche di “Abitare collaborativo”, dal cohousing, al condominio solidale ad esperienze affini quali quelle dei social street. Anche la nostra città è protagonista di questi modelli. In Europa è stata lanciata alcuni anni fa la “Giornata Europea dei vicini” – che l’ANCI ha riproposto nel nostro Paese proprio perché si è sempre più consapevoli che è la solitudine urbana una delle condizioni più preoccupanti che devono essere debellate nelle nostre città.

Le associazioni promotrici sono tutte impegnate da tempo su questi temi. La novità sta nel fatto che esse – collaborando con le proprie specifiche competenze – individuano un progetto complessivo che ha l’ambizione di proporre un modello di riferimento. Proprio per questo le iniziative che si realizzeranno avranno tutte un approccio che parte dalle pratiche che dal basso si sono realizzate e da queste provano a rintracciarne i tratti e valori comuni per definirne una visione. Per questo il progetto prevede il sostegno, il coinvolgimento e la sperimentazione di questo modello di relazioni sul campo. In questo senso deve essere letta l’iniziativa “La strada solidale” che si svolgerà il 31 maggio 2015 – proprio nell’ambito della Giornata Europea dei Vicini prima richiamata - che rappresenta lo sviluppo del progetto del “Condominio Solidale” di Via dei Marignolli, dove sono i cittadini stessi – e non i commercianti - a organizzare un momento convivialità, scambio di esperienze e condivisione delle opportunità che si aprono nello sperimentare questo nuovo modo di vivere le relazioni di vicinato.

Ma sarà soprattutto la SMS di Rifredi che da soggetto promotore, sede di incontro di seminari/laboratori, diventerà, essa stessa luogo di sperimentazione attiva di gestione e valorizzazione da parte della popolazione di questo spazio che deve essere considerato un vero e proprio Bene Comune del quartiere e della città.
Il progetto #VIVERECOLLABORATIVO avrà la sua presentazione pubblica sabato 11 aprile 2015 alle ore 16.00 presso la SMS di Rifredi e avrà come primo focus “L’abitare collaborativo”.

domenica 11 gennaio 2015

Ecostilnovo / 17 gennaio - quarto incontro


IL GIARDINO NIADIACI TORNI AI BAMBINI E AI CITTADINI


Il Circolo ECODEM di Firenze si unisce alle adesioni di Comitati ed
Associazioni attivi nell'Oltrarno (in primo luogo dell'Associazione Amici
del Nidiaci e "Bianchi di santo Spirito") ed invita a partecipare alla
MANIFESTAZIONE/CORTEO indetta da "genti del rione San Frediano e Santo
Spirito" per SABATO 10 GENNAIO  ore 15,30.
Il Circolo ECODEM
invita il Sindaco e l'Amministrazione comunale a respingere accordi/beffa
proposti dalla Società Amore&Psiche, palesemente favorevoli agli interessi
economici della stessa, ed a procedere con l'azione di esproprio, dallo
stesso Sindaco indicata come praticabile e percorribile, e sottolinea che:
- il complesso del cosiddetto "Giardino Nidiaci", consistente del Palazzo Santarelli con annesso giardino in Via
della Chiesa, del retrostante palazzo con ingresso da Via dell'Ardiglione e
da un ulteriore palazzo in Via della Chiesa  è stato sottratto alla sua
destinazione originaria di "bene comune" sotto gli occhi disattenti del
Comune di Firenze, che pure vi aveva costituito fin dal 1923 una istituzione
educativa denominata "Giardino d'infanzia"
e che:
- anche a prescindere dagli impegni presi, pubblicamente ed ufficialmente
(e finora disattesi...), da parte prima dell'ex Sindaco Matteo Renzi e poi
dall'attuale Sindaco Nardella, il Comune di Firenze, l'Amministrazione
comunale nel suo complesso, ha il dovere "morale" di fronte alla popolazione
dell'Oltrarno e della Città di Firenze di recuperare con ogni mezzo
giuridico, amministrativo, politico utile alla comunità dell'Oltrarno e
della Città di Firenze "almeno" la proprietà del piano terreno del Palazzo
Santarelli (l'ubicazione della Ludoteca) di Via della Chiesa e la totalità
del giardino annesso, così come chiede da anni la popolazione dei rioni
dell'Oltrarno.

LA CRUDELTA' MASCHERATA DA MAGIA


Il 6 gennaio, dalle ore 15 alle 19, davanti al circo Moira Orfei presso il Nelson Mandela
Forum di Firenze,  i cittadini  protesteranno per l'attendamento del circo che sfrutta
gli animali.
Abbiamo chiesto più volte, nel corso degli anni,  al comune di Firenze di adeguarsi ai
migliori comuni e nazioni che del rifiuto degli animali nel circo hanno fatto un loro
principio etico, di evoluzione culturale, di rispetto dell'art. 13 del Trattato di
Lisbona.
Ma Firenze non ascolta, non dialoga, continua il suo percorso isolato, autarchico e
autosufficiente, in contrasto con la democrazia partecipata che dovrebbe essere modello
per una istituzione rappresentativa della cittadinanza.
Chiediamo ufficialmente al sindaco Nardella:
  a.. perchè si rifiuta di dialogare con le associazioni che da ben 16 anni collaborano
attivamente con l'Amministrazione fiorentina favorendo l'informazione, il rispetto e la
soluzione di situazioni problematiche grazie alla loro esperienza e alla costante 
gratuita azione sul territorio, ignorando la richiesta di ripristinare la Consulta
comunale per la tutela degli animali;
  a.. perchè, nella sua autoritaria decisione, non ha tenuto conto delle linee guida che
la Commissione Cites ha indicato nel 2006: ovvero che il  modello di gestione del circo
risulta incompatibile con la detenzione di varie specie di animali selvatici, come
primati, delfini, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami,
giraffe, rapaci diurni e notturni, nonchè rettili;
  a.. perchè non ha tenuto conto dell'art. 18  del Regolamento comunale per la tutela
degli animali di Firenze che al comma 2 recita "Le mostre e l'attività circense sono
soggette all'osservanza delle linee guida CITES (convenzione internazionale ratificata
con la L. 874/1975) emanate con documento del 13.04.2006 recante criteri per il
mantenimento di animali nei circhi e nelle mostre viaggianti, ai sensi della L. 150/92 e
della L. 426/98." ;
  a.. perchè non ha tenuto conto dell'art. 14 comma 3 della L.R. 59/2009 che recita "La
detenzione degli animali impiegati nelle attività circensi è soggetta alla tutela
prevista nella Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali
selvatiche minacciate di estinzione (CITES)  ratificata ai sensi della legge 19 dicembre
1975, n. 874".
Accettando il circo con animali di Moira Orfei si ammette la barbarie e lo sfruttamento
di esseri viventi che vengono imprigionati in piccole gabbie, incatenati,  frustati,
pungolati, affamati, "spezzati" per offrire ai bambini uno spettacolo di crudeltà che
implica, come dichiarato da oltre 600 psicologi, "conseguenze sul piano pedagogico,
formativo, psicologico della frequentazione dei bambini di zoo, circhi, sagre in cui
vengono impiegati animali. Queste realtà infatti comportano che gli animali siano privati
della libertà, mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro
bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. Tali
contesti, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, sono
veicolo ad una educazione  di non rispetto per gli esseri viventi, inducono al
disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano lo sviluppo del'empatia che è
fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta
incongrua divertita e allegra, alla pena, al disagio, all'ingiustizia...."
In attesa che la coscienza delle istituzioni si allinei a quella dei migliori cittadini,
aspettiamo e speriamo che, nel futuro, venga proibito a Firenze l'attendamento del circo
con animali.
Le associazioni del Coordinamento animalisti toscani

Associazione No Cage
Cocker's Angel Rescue
Dog Sitting Firenze Onlus
ENPA Firenze
LAV Firenze
LIDA Firenze Onlus
LIV Toscana
OIPA Firenze
Pelosi Liberation Front
Pro Animals Onlus
Associazione Gabbie Vuote
e
Ecodem
Gruppo SEL - Consiglio Regionale